La raccolta di testi di autori mistici, chiamati a vivere consapevolmente l’esperienza delle operazioni divine nella propria anima, illumina il mistero dell’uomo, creato ad immagine di Dio, chiamato all’esistenza per amore e per vivere d’amore in quanto unica sorgente di felicità, riservata alle moltitudini ma particolarmente e totalmente ad ognuno, come se fosse l’unico al mondo. Ad ogni persona che rinasce dall’acqua e dallo Spirito, infatti, il Padre rivolge la Parola: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato; l’unico pensato e amato da Gesù sulla croce, al quale il suo amorevole cuore procurava mille mezzi di salvezza. La preghiera di Gesù: L’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro (Gv 17, 26), ci assicura l’uguaglianza d’amore che intercorre tra Gesù e suo Padre; e ci introduce immediatamente e realmente nella Trinità, conferendoci la stessa filiazione di Gesù, perché da Dio siamo stati generati (Cfr: Gv Prologo 13).
Talvolta il suo amore appassionato, volendo possedere totalmente ed esclusivamente il cuore dell’amante, che volge lo sguardo al suo cuore misericordioso, suscita in lui un ardente desiderio di possederlo, da meritare lo scambio dei cuori. A s. Lutgarde che chiedeva a Gesù il suo cuore, Egli risponde: Piuttosto sono io che voglio il tuo cuore. Tale scambio consente di corrispondere col suo stesso amore, con la stessa intensità e instaura la medesima unione relazionale di Gesù con il Padre: Io in te e tu in me, perché l’equilibrio della persona si è spostato, non vivendo più in se stessa e per se stessa ma in Cristo e per Cristo che ha sacrificato la propria vita per lei.
La vocazione all’amore nello stesso atto costituisce la persona a essere amore; l’imperativo di Gesù: Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi, libera l’uomo dagli angusti e isolanti limiti dell’individualità, proiettandolo nel soprannaturale orizzonte delle relazioni interpersonali, proprie del cristiano, generato dall’originaria relazione trinitaria, che lo costituisce figlio nel Figlio e fratello, amante – nella misura dell’unione – con il cuore stesso di Gesù e con la stessa tenerezza dei suoi sentimenti. La modalità dell’amore fraterno va ricercata nella relazione di Gesù col Padre – Come il Padre ha amato me, anch’io ho amato voi – e giustifica il comandamento nuovo come piena partecipazione alle relazioni trinitarie, dove l’unità dell’essenza sussiste nell’alterità delle persone. La vocazione universale all’amore fraterno si traduce, dunque, in slancio e dono reciproco di sé che può sussistere unicamente nel rispetto della libertà della persona amata e consente a Gesù di continuare ad amare con un cuore umano, è il libero e sinfonico sbocciare di Gesù, è anche una legge, ma piena di grazia; una legge interiore che s’impone solo per amore, che s’impone solo all’amore e obbliga, in definitiva, solo all’amore. La sensibilità naturale può suscitare sentimenti di intima attrazione che in casi particolari instaurano amicizie soprannaturali tra persone che si sentono unite da un legame d’amore molto santo, poiché la dolcezza dello Spirito Santo scorre dall’uno all’altro; tale unione in Dio tra due esseri umani è stata autenticata da Nostro Signore, che ha coltivato un’amicizia più dolce e speciale con Lazzaro, Marta, Maddalena e Giovanni che. per il privilegio di posare il capo sul petto di Gesù, ha meritato l’appellativo di discepolo che Gesù amava (preferiva).